martedì 16 giugno 2015

Assemblea 2015. Relazione del presidente

Ebbene sì, siamo arrivati anche al terzo anno de La Bottega che Non c'è, tutti insieme per l'Assemblea delle socie e dei soci.
È stato un anno più tranquillo del precedente. Continuiamo sempre la nostra battaglia per il riconoscimento dei diritti del popolo ROM, che comunque è costituito per la maggior parte da persone oramai nate e cresciute nel nostro Paese.
Continuiamo l'informazione per uno stile di vita più sostenibile e per un consumo critico e più etico, tramite l'organizzazione delle serate divulgative, come quella tenutasi in occasione della Fiera di Santa Apollonia.
Abbiamo sostenuto un'importante campagna per la raccolta firme relativa alla presentazione di una legge di iniziativa popolare. Lo scopo della legge è quello di istituire in Italia il Dipartimento della Difesa Civile, non armata e non violenta. A tale proposito abbiamo organizzato una serata divulgativa, per la verità anche molto partecipata, e la raccolta firme è stata un successo: 50000 firme raccolte!
L'Associazione continua nel suo lavoro, instancabile.
Mi rendo conto, ogni giorno di più, quali persone straordinarie la costituiscano. Persone dotate di un'energia e di una volontà incredibile, che prestano la loro opera in questa ed in altre organizzazioni di volontariato.
Restiamo però sempre limitati ai nostri confini. È un periodo brutto per tutti. La paura e l'egoismo dilagano, ed il ritratto del nostro Paese che viene dai media non è tra i più rassicuranti.
È quindi difficile trovare ed interessare nuove persone. E la domanda che dobbiamo porci è: lo stiamo veramente facendo? Le nostre iniziative sono sempre molto belle ed interessanti, ma il pubblico che si vede è sempre lo stesso, e non rappresenta certo il bacino ideale dove cercare nuovi volontari.
Purtroppo, anche quest'anno, abbiamo avuto la conferma di non riuscire a coinvolgere i membri del GAS Sogni e... Bisogni, con i quali pure siamo a stretto contatto.
Abbiamo parlato diverse volte di cercare di fare attività negli oratori, ma anche qui sappiamo che è un ambiente molto difficile.
E allora? Se veramente vogliamo costruire qualcosa, dobbiamo seriamente interrogarci su questi aspetti.
Come crescere verso un'associazione che possa interessare nuove persone?
Cercando una nostra personalità più precisa? Una linea di condotta e degli obiettivi più centrati e meno variabili? Certo, il campo d'azione per il volontariato è immenso. Cose da fare ce ne sono. Ma, non sarebbe opportuno cercare di darci una direzione precisa, magari ostinata e contraria (cit.), e definitiva, in modo da identificare con esso anche l'associazione.
L'anno scorso proposi, con scarsa fortuna, l'affiliazione ad una qualche organizzazione più grande, il divenire un punto operativo di Emergency, de La Comunità di Sant'Egidio, di Amnesty ecc..
Forse, comunque, non ci piace perdere la nostra identità, la nostra specificità, il senso di un'Associazione solo nostra, e non di un ufficio staccato di una qualche altra organizzazione.
Non saprei. Penso che dobbiamo evolverci, magari intraprendendo il cammino per diventare Associazione di Promozione Sociale.
Io credo che i nuovi progetti ai quali ci stiamo affacciando, la Scuola di Italiano per Stranieri e la collaborazione con Libera sul campo delle iniziative nelle scuole per la cultura della legalità, possano essere l'occasione per darci un'identità precisa. Per darci una connotazione che ci faccia conoscere meglio e che possa attirare nuove persone. Personalmente sono progetti che mi piacciono molto e mi danno veramente il senso di costruire qualcosa di grande, anche nella nostra piccola comunità.
È arrivato anche il momento del rinnovo delle cariche sociali.
Auguro al/alla nuovo/a presidente eletto/a di riuscire a dare un contributo maggiore di quello che ho dato io alla crescita della nostra piccola bottega, che non c'è, ma che fa tanto rumore.



Michele Cilfone

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