Ebbene
sì, siamo arrivati anche al terzo anno de La Bottega che Non c'è,
tutti insieme per l'Assemblea delle socie e dei soci.
È
stato un anno più tranquillo del precedente. Continuiamo sempre la
nostra battaglia per il riconoscimento dei diritti del popolo ROM,
che comunque è costituito per la maggior parte da persone oramai
nate e cresciute nel nostro Paese.
Continuiamo
l'informazione per uno stile di vita più sostenibile e per un
consumo critico e più etico, tramite l'organizzazione delle serate
divulgative, come quella tenutasi in occasione della Fiera di Santa
Apollonia.
Abbiamo
sostenuto un'importante campagna per la raccolta firme relativa alla
presentazione di una legge di iniziativa popolare. Lo scopo della
legge è quello di istituire in Italia il Dipartimento della Difesa
Civile, non armata e non violenta. A tale proposito abbiamo
organizzato una serata divulgativa, per la verità anche molto
partecipata, e la raccolta firme è stata un successo: 50000 firme
raccolte!
L'Associazione
continua nel suo lavoro, instancabile.
Mi
rendo conto, ogni giorno di più, quali persone straordinarie la
costituiscano. Persone dotate di un'energia e di una volontà
incredibile, che prestano la loro opera in questa ed in altre
organizzazioni di volontariato.
Restiamo
però sempre limitati ai nostri confini. È un periodo brutto per
tutti. La paura e l'egoismo dilagano, ed il ritratto del nostro Paese
che viene dai media non è tra i più rassicuranti.
È
quindi difficile trovare ed interessare nuove persone. E la domanda
che dobbiamo porci è: lo stiamo veramente facendo? Le nostre
iniziative sono sempre molto belle ed interessanti, ma il pubblico
che si vede è sempre lo stesso, e non rappresenta certo il bacino
ideale dove cercare nuovi volontari.
Purtroppo,
anche quest'anno, abbiamo avuto la conferma di non riuscire a
coinvolgere i membri del GAS Sogni e... Bisogni, con i quali pure
siamo a stretto contatto.
Abbiamo
parlato diverse volte di cercare di fare attività negli oratori, ma
anche qui sappiamo che è un ambiente molto difficile.
E
allora? Se veramente vogliamo costruire qualcosa, dobbiamo seriamente
interrogarci su questi aspetti.
Come
crescere verso un'associazione che possa interessare nuove persone?
Cercando
una nostra personalità più precisa? Una linea di condotta e degli
obiettivi più centrati e meno variabili? Certo, il campo d'azione
per il volontariato è immenso. Cose da fare ce ne sono. Ma, non
sarebbe opportuno cercare di darci una direzione precisa, magari
ostinata e contraria (cit.), e definitiva, in modo da identificare
con esso anche l'associazione.
L'anno
scorso proposi, con scarsa fortuna, l'affiliazione ad una qualche
organizzazione più grande, il divenire un punto operativo di
Emergency, de La Comunità di Sant'Egidio, di Amnesty ecc..
Forse,
comunque, non ci piace perdere la nostra identità, la nostra
specificità, il senso di un'Associazione solo nostra, e non di un
ufficio staccato di una qualche altra organizzazione.
Non
saprei. Penso che dobbiamo evolverci, magari intraprendendo il
cammino per diventare Associazione di Promozione Sociale.
Io
credo che i nuovi progetti ai quali ci stiamo affacciando, la Scuola
di Italiano per Stranieri e la collaborazione con Libera sul campo
delle iniziative nelle scuole per la cultura della legalità, possano
essere l'occasione per darci un'identità precisa. Per darci una
connotazione che ci faccia conoscere meglio e che possa attirare
nuove persone. Personalmente sono progetti che mi piacciono molto e
mi danno veramente il senso di costruire qualcosa di grande, anche
nella nostra piccola comunità.
È
arrivato anche il momento del rinnovo delle cariche sociali.
Auguro
al/alla nuovo/a presidente eletto/a di riuscire a dare un contributo
maggiore di quello che ho dato io alla crescita della nostra piccola
bottega, che non c'è, ma che fa tanto rumore.
Michele
Cilfone
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